Il Messaggio della Chiesa italiana per la ‘Giornata nazionale per la vita’ del 1 Febbraio 2015
Vinicio Russo 05.01.2015 La Conferenza Episcopale Italiana ha reso noto il testo del Messaggio per la Giornata Nazionale della Vita del 1 Febbraio 2015. Citando le parole di Papa Francesco («I bambini e gli anziani costruiscono il futuro dei popoli; i bambini perché porteranno avanti la storia, gli anziani perché trasmettono l’esperienza e la saggezza della loro vita») il documento si incentra sul riconoscimento della persona e sulla cura più adeguata della vita, dal concepimento al suo naturale termine.
Quando una famiglia si apre ad accogliere una nuova creatura, sperimenta nella carne del proprio figlio “la forza rivoluzionaria della tenerezza” un bagliore nuovo non solo per la famiglia, ma per l’intera società. Per la Cei “il preoccupante declino demografico che stiamo vivendo è segno che soffriamo l’eclissi di questa luce. Infatti, la denatalità avrà effetti devastanti sul futuro: i bambini che nascono oggi, sempre meno, si ritroveranno ad essere come la punta di una piramide sociale rovesciata, portando su di loro il peso schiacciante delle generazioni precedenti”.
I vescovi dicono chiaramente che “il triste fenomeno dell’aborto è una delle cause di questa situazione, impedendo ogni anno a oltre centomila contributo all’Italia”. Non va, inoltre, dimenticato che “la stessa prassi della fecondazione artificiale, mentre persegue il diritto del figlio ad ogni costo, comporta nella sua metodica una notevole dispersione di ovuli fecondati, cioè di esseri umani, che non nasceranno mai. Affinché questo desiderio non si trasformi in pretesa occorre aprire il cuore anche ai bambini già nati e in stato di abbandono. Si tratta di facilitare i percorsi di adozione e di affido che sono ancora oggi eccessivamente carichi di difficoltà per i costi, la burocrazia e, talvolta, non privi di amara solitudine”.
Ma c’è di più: “la solidarietà verso la vita – accanto a queste strade e alla lodevole opera di tante associazioni – può aprirsi anche a forme nuove e creative di generosità, come una famiglia che adotta una famiglia. Possono nascere percorsi di prossimità nei quali una mamma che aspetta un bambino può trovare una famiglia, o un gruppo di famiglie, che si fanno carico di lei e del nascituro, evitando così il rischio dell’aborto al quale, anche suo malgrado, è orientata”.
Vinicio RussoConsigliere regionale Delegato Gpsc
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