Il Ritiro di Quaresima nella Zona Uno presso il ‘Teatro Giannone’ di San Marco in Lamis
Luigi Ianzano 25.02.15 Ricca ed edificante l’esperienza del Ritiro di Quaresima nella Zona Uno, che si è svolto domenica scorsa nel Teatro Giannone di S. Marco in Lamis. Oltre 130 fratelli e sorelle, provenienti dalle Fraternità locali che ricadono nelle Diocesi di San Severo e di Manfredonia, hanno vissuto insieme una giornata densa di riflessione, agape e preghiera. Dopo il ritrovo ed il caffè, le Lodi mattutine e il contributo formativo di fr. Pietro Carfagna Ofm, esperto conoscitore del nostro Ordine, già Assistente regionale e nazionale Gifra, Assistente regionale Ofs, Ministro Provinciale, autore del volume “Il Signore concesse a me” (adottato nelle nostre Fraternità per i cammini di formazione iniziale), ora Guardiano nel Convento di San Matteo e Assistente della Fraternità Ofs di San Marco in Lamis.
P. Pietro ha magistralmente sviscerato il tema che ha condotto il Ritiro: Fraternità isola di misericordia in mezzo al mare dell’indifferenza, estrapolato dal Messaggio del Santo Padre per la Quaresima 2015, in cui i cristiani sono chiamati a farsi faro di misericordia in un mondo che vive sempre più in una certa indifferenza globalizzata. Ha richiamato il senso del cammino quaresimale quale tempo privilegiato di penitenza, un dinamismo propositivo inquadrato storicamente, di cui l’Ordine Secolare è in qualche modo erede; ma anche tempo di rinnovamento e di grazia, di cui siamo chiamati ad usufruire. E l’invito significativo del papa alla carità, oltre all’esigenza della preghiera, del digiuno, della Parola. L’indifferenza richiama l’episodio dello scartato Lazzaro e del ricco Epulone (Lc 16,19-31), del non accorgersi e del non voler vedere, della comodità che di sicuro deresponsabilizza, della dittatura dell’economia e dell’interesse economico, del cuore duro che non sa commuoversi e ricade nel peccato di Caino (Sono forse io il guardiano di mio fratello?, Genesi 4,1-16). La misericordia (cuore-vicino-ai-miseri) esige, allora, riconciliazione e perdono, formazione del cuore (Benedetto XVI), che diventa tenero e si manifesta con sguardi e gesti di tenerezza (surplus dell’amore), molto ben personificata da papa Francesco. Ma esige anche un cuore forte e saldo, povero e aperto a Dio, disposto ad accogliere il dono (Rendi il nostro cuore simile al tuo, Litanie al Sacro Cuore). Quella dell’isola è immagine anche ambigua: potrebbe ricordare la tentazione alla chiusura, all’isolamento appunto; le nostre isole devono diventare piuttosto degli arcipelaghi, fare fraternità, per sentire gli altri come persone che ci appartengono.
Ne è seguito un intenso e partecipato dibattito, in cui i fratelli che hanno preso la parola hanno evidenziato la difficoltà di cambiare, la necessità di ripartire dal cuore, di accogliere le confidenze e saperle custodire, di attaccare e smuovere le indifferenze del mondo, di riscoprire la vocazione alla missionarietà, di condividere le sofferenze con empatia e partecipazione profonda, di aprirsi ed esporsi senza timore.
Al momento di agape fraterna, in cui si è condiviso il sacco, è seguita la Preghiera davanti al Crocifisso presieduta da fr. Gabriele Fania Ofm, Assistente Ofs di Rignano Garganico, e la Celebrazione Eucaristica conclusiva presieduta dall’Assistente regionale fr. Gerardo Caruso Ofm Cap, animata dai giovani della Parrocchia di San Giuseppe, nel cui territorio ricade la struttura ospitante.
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Marco Maria Gentile 28.02.15 Domenica 22 febbraio 2015 una nutrita delegazione dell’OFS di Serracapriola, unitamente a ben 135 terziari provenienti da molteplici fraternità Ofs della Puglia nord, si è data appuntamento in San Marco in Lamis per dare vita ad uno dei primi ritiri quaresimali in preparazione dell’imminente Santa Pasqua. L’incontro, presieduto dal Consigliere Regionale Ofs della Puglia Luigi Ianzano, ha visto l’intervento dei relatori Padre Pietro Carfagna dell’Ofm e di fra Gerardo Caruso, Assistente Regionale Ofs Puglia, che ha concluso i lavori di giornata con una solenne celebrazione eucaristica. Il periodo di Quaresima è considerato da sempre un periodo particolare per noi cristiani, nel quale la “centralità“ della Croce è elemento vitale per la nostra Fede, assumendo, così, un connotato ed un significato si di sofferenza, ma anche di “Amore”, quell’Amore che Cristo nostro Signore ha donato all’intera umanità col sacrificio della crocifissione. Il concetto di sofferenza ci riporta, inevitabilmente, alla sofferenza patita nel mondo, che sussiste, purtroppo, ad ogni latitudine. Quella degli ammalati, degli emarginati, dei perseguitati, dei giusti, degli onesti, degli incompresi. Questo ritiro ha rappresentato l’occasione per divulgare un messaggio tipicamente francescano anche per bocca di nostro Papa Francesco, il quale ci ha ricordato che la Quaresima deve essere considerata un tempo “forte” per noi cristiani e vissuto come un tempo di “privilegio” nel quale ci è permesso di espiare e mondare dai peccati il nostro cuore, la nostra mente, il nostro corpo. E’ considerata, come ai tempi di San Francesco d’Assisi, cammino da “penitente” da viversi, cioè, come percorso di crescita spirituale e morale. Papa Francesco considera, altresì, la Quaresima tempo di “rinnovamento e di grazia“, in cui Dio ci tende la mano per riconciliarci col fratello e la sorella e ritrovare, così, la giusta via. E’ un tentativo di aiutare Dio affinché lo Stesso aiuti noi. La tematica dibattuta ( Fraternità isola di misericordia in mezzo al mare dell’indifferenza ) in questo ritiro quaresimale ci ha consentito di analizzare tre aspetti insiti nello stesso tema ossia Indifferenza, Misericordia ed Isola. Tre aspetti in apparenza non collegati tra loro, ma che hanno, in verità, una stretta attinenza. L’Indifferenza significa propriamente avere gli occhi ( leggasi cuore ) chiusi, non accorgersi di chi ci sta vicino e non curarsi delle difficoltà altrui. Papa Francesco nei suoi molteplici messaggi ci parla spesso di “globalizzazione” dell’indifferenza. Quando si sta bene prevale l’egoismo e spesso non si riesce a scorgere la difficoltà altrui ( illuminante, a tal proposito, è la parabola del povero Lazzaro e del ricco Epulone ). Per questo motivo, talvolta, scaldare il cuore ci consente di riaprire gli occhi e soccorrere i bisognosi. La Misericordia è sinonimo di guarigione, etimologicamente intesa come “ cuore vicino ai poveri ”. Il lebbroso in antichità, causa la sua malattia altamente infettiva ed incurabile per l’epoca, veniva emarginato ed allontanato. Nelle credenze popolari si pensava che questa malattia non fosse altro che la punizione di Dio per i molteplici peccati dallo stesso commessi, che l’hanno portato, così, all’isolamento ed all’allontanamento. La parabola di Gesù e del lebbroso, nel sancire la falsità di queste antiche credenze, cancella queste situazioni di abbandono e di isolamento, poiché Gesù è andato incontro al bisognoso ed all’ammalato ( leggasi lebbroso ) non disdegnando di abbracciarlo e stringerlo a sé. Un atteggiamento compassionevole, intriso di misericordia e comprensione. La stessa che dovremmo avere tutti noi nei confronti dei fratelli e delle sorelle che reiterano i loro peccati. Il Papa sostiene che il nostro cuore da solo non riesce a sviluppare sentimenti di compassione e misericordia, ma è proprio nel periodo quaresimale che può ritrovare quello slancio e vitalità necessari alla conversione ed alla misericordia divina. L’isola è, metaforicamente, il luogo dell’approdo e della salvezza che giunge dopo mille peripezie e traversate oceaniche. La Fraternità simboleggia l’isola felice, ma questa per poter essere tale deve allontanare le incomprensioni, le rivalità, le gelosie ed accrescere il senso di appartenenza, inviando messaggi all’esterno di comunione, fratellanza e gioia di vivere nella Fede in Cristo. Ciascuno in seno ad ogni fraternità è chiamato ad essere Ministro, Guardiano, Custode del proprio fratello e sorella, rendendoli parte viva della fraternità. L’isola non deve essere solo un punto di approdo della felicità, ma deve anche essere punto da cui far salpare le navi dell’ascolto, della comprensione fraterna, dell’umiltà, della misericordia e della evangelizzazione. Il Serafico San Francesco ha vissuto e messo in pratica questi insegnamenti tanto da pervenirci, nonostante secoli di storia, come dogmi incancellabili ed intramontabili della nostra Fede.
Con gratitudine e gioia Vi saluto in Chiara e Francesco.
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