“Non abbiate paura! È risorto, non è qui”. Gli auguri pasquali della Ministra regionale
Maria Ranieri 27.03.15 Carissimi fratelli e sorelle, il Signore ci dia pace! Un’altra Pasqua segna lo scorrere del tempo, che si connota, comunque, nella ordinarietà del quotidiano e reca ad ogni giorno il suo tributo di pena o di letizia, ma il Signore risorto ci dona la fede e ci ha lasciato la sua Chiesa, dove impariamo, giorno dopo giorno, a vedere in ogni evento una opportunità di grazia, un mezzo per ritornare a Lui, un modo per illuminare gli anfratti della terra e per darvi un senso, oltre gli insipidi appiattimenti della diffusa banalità.
Viviamo il tempo di Quaresima, tempo forte di ‘preghiera, digiuno ed elemosina’. Essa è tempo di verifica, di riconoscimento delle colpe, quindi di verità e di penitenza. Forse, senza pensarci, ci è capitato di aver voluto lasciare il Padre dei cieli alla ricerca di una strana e fascinosa felicità, alla ricerca smodata di una abbagliante pseudolibertà.
Sia questo per noi il tempo dell’autentica povertà, unica strada per il rinsavimento e la risalita verso la vita vera, nella dignità filiale donataci dal Padre celeste! Il mondo ci propina ogni giorno eventi, condizioni, situazioni, la cui assurdità ci lascia attoniti, ma spesso anche indifferenti. Inerti. È lo scotto da pagare alla dilagante autoreferenzialità, ma in fondo è paura, è smarrimento, è dolore. Ripensandoci, tutto comincia da una testarda ed infondata certezza di possedere la verità intera, che non è data alle creature. Alla presunzione segue la durezza, la solitudine, l’ostilità contro l’uomo diverso, vissuto come nemico.
È il male che sembra vincere!
Ma quella pietra rotolata nel ‘terzo giorno’, quella tomba vuota, quell’uomo “vestito d’una veste bianca” danno la possibilità a ciascuno di noi di ‘vedere e credere’, di passare dal vedere al credere, perché la nostra fede ci rincuora e ci fa incontrare e riconoscere il Risorto. In questo incontro il timore si scioglie in gioia, lo smarrimento in speranza, la viltà in coraggio e scoppia
dentro la spinta irrefrenabile ad andare ,“senza indugio” e a qualunque costo, ad annunciare agli amici, alla città, al mondo di aver ‘visto’ Gesù risorto. Questo incontro dà senso alla mia vita e può darlo a quella di tutti.
Sia questo il tempo di guardare coscienziosamente alla meta della nostra storia, di credere fermamente che ogni dolore, ogni sconfitta può confluire nella vita nuova, donataci in Cristo risorto dal Padre misericordioso! Con questa certezza auguriamoci di essere misericordia per gli uomini e di ‘rendere ragione della speranza che è in noi’ (1Pt 3,15).
La Pasqua ci sollecita a spezzare il “globalismo dell’indifferenza”, quella mortale chiusura, che è – afferma il Santo Padre – “una tentazione da superare, un’attitudine egoistica, un disagio da affrontare”, perché Dio non è indifferente a ciascuno di noi, anzi “Deus caritas est” per ognuno e ciò è motivo di pace interiore e comunitaria e di impegno missionario.
Cari fratelli e sorelle, diamo fecondità a questo tempo magnifico, in cui possiamo fare nostro il cammino di Maria di Magdala e dell’altra Maria! Come in loro, crescano in noi l’attenzione e la premura per Gesù, “ispiratore e centro della nostra vita” (Reg. Ofs 4), il quale rinnova anche oggi la sua passione per i poveri e gli emarginati! Per Lui sapremo veramente lenire i dolori e i lutti con delicata carità cristiana; sapremo essere disponibili alle richieste di aiuto ed andare incontro alle fragilità degli ultimi …
L’intercessione dei celesti Patroni ci sostenga nella nostra missione di “curare le ferite, fasciare le fratture, richiamare gli smarriti”! (FF 1469). Nella preghiera anche noi – come le donne presso il sepolcro vuoto – incontreremo angeli consolatori, che indirizzano al Dio vivo e vero, che ci sostengono in una fede adulta e fanno rinascere in ciascuno lo stupore per le meraviglie che il Signore, nonostante tutto, continua a operare in questo mondo.
Sarà vera pasqua per noi, se irradieremo Cristo, il crocifisso risorto nelle opere quotidiane, se vivremo da “risorti”, se faremo della comunione delle tre Persone divine la nostra comunione (Gv 1, 1-3). Auguro a tutti di essere radicati in Cristo, per agire con Lui nella realtà del nostro tempo, che ha bisogno di vederLo vivo, fondamento di giustizia e di pace tra tutti gli uomini del pianeta.
Sarà vera pasqua per noi se vivremo la carità evangelica, che avanza nella storia ed è per noi “la vita nuova”, fluente nell’“amore gli uni per gli altri” (Gv 13,35). E il Signore Dio accetterà questa nostra vita in se stessa e la confermerà come vera, assumendola dentro l’«adesso» dell’eternità.
Con profondo e fraterno affetto, a tutti AUGURO UNA SANTA PASQUA DI RESURREZIONE!
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