Il Ritiro di Avvento celebrato dalle Fraternità della Zona Due al Villaggio Don Bosco di Lucera

RitiroAvventoZonaUno_2015_7Antonella Tancredi 13.12.15  Durante la visione del film sul nostro Papa Francesco, ad un certo punto il Santo Padre dice: «A che serve essere cristiani se non si vive nelle periferie?» Abitare le periferie… non c’è stato tema più giusto per iniziare questo cammino di Avvento insieme alle fraternità della zona di Foggia. Per me, per noi, che veniamo da un cammino iniziato nella Gi.Fra e proseguito poi nel Terz’Ordine, ogni ritiro è un momento di condivisione, gioia, fraternità, riflessione che ci accompagna poi per buona parte della strada. Incontrarsi al Villaggio don Bosco, luogo in cui ragazzi con problemi vivono e crescono circondati dalla natura e dalle cure amorevoli degli animatori, è stato come sempre fonte di crescita e valutazione del proprio cammino. Personalmente devo dire di ritenermi molto fortunata nell’aver partecipato al ritiro: ben 4 persone mi hanno aiutato a pensare al mio modo di affrontare e vivere le “periferie esistenziali” che incontro ogni giorno nella mia vita. Il primo è stato Davide, un animatore del Villaggio, che con la sua semplice esperienza ci ha raccontato la vita insieme ai ragazzi che ospitano e che spesso hanno bisogno non solo di attenzioni fisiche ma anche e soprattutto morali per accompagnarli poi ad affrontare la vita con serenità e fiducia in Dio. Poi don Francesco, responsabile della Caritas di Foggia, ha scosso le nostre coscienze con parole semplici ma dirette e chiare: «è inutile cercare di conoscere o soggiornare nelle periferie esistenziali perché si ha bisogno di persone, di cristiani, di francescani che abitano in quelle periferie, che si sporcano le mani, si abbassano verso le esigenze di coloro che vivono da sempre in luoghi dai quali noi molto spesso abbiamo paura o ribrezzo anche solo di avvicinarci». Ha continuato dicendo che non serve a nessuno essere praticanti e ferventi cristiani se non si ha la forza e la volontà di «vestire l’ignudo, visitare il carcerato o dare da bere all’assetato» e che dato che la spiritualità francescana vive e si nutre di queste opere a maggior ragione noi terziari dobbiamo essere da modello per tanti che ci incontrano. Semplici parole ma che hanno toccato il cuore di ciascuno di noi.

La giornata è proseguita con la messa celebrata dal nostro padre assistente regionale Fr. Mario Volpe Ofm che nonostante i km fatti da Castellana Grotte per venire da noi, ha spezzato la parola e il pane per noi con la semplicità evangelica che lo caratterizza. Dopo la condivisione di lasagne, cannelloni, pizze rustiche, torte, panettoni e liquori, ci siamo apprestati a vivere il terzo momento di preghiera tutti insieme: la preghiera mariana presieduta da Fr. Gerardo Caruso, Ofm Cap. Le parole di una preghiera di don Tonino Bello hanno aperto la via verso una preghiera sentita e curata in ogni dettaglio, non priva di momenti di commozione. L’ingresso della statua della Madonna ha bagnato un po’ a tutti gli occhi di lacrime e recitare le Ave Maria come un piccolo rosario fraterno ci ha uniti in una preghiera universale verso le nostre debolezze e ha riposto in Maria la volontà di superare ogni ostacolo. Tutto questo accompagnato come sempre dai commenti di don Tonino Bello che, nella sua semplicità, è sempre capace di arrivare al midollo e scuotere i cuori e le menti di ognuno. La giornata si è conclusa con la consegna ad ogni ministro presente di una piccola casetta in legno segno della fragilità di ogni uomo, ma anche della fortezza del cuore che confida in Dio. Ringrazio con tutto il cuore tutti coloro, tutte le fraternità che mi hanno aiutato a vivere serenamente e gioiosamente il ritiro: i colori della bandiera della pace hanno allietato gli occhi e portato ognuno di noi a pregare per la pace, di cui mai come in questo periodo storico il nostro mondo ne ha bisogno.

Pace e gioia a tutti voi e buon Natale!

Antonella Tancredi

Fraternità di Foggia/Pietre Vive

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