La vita di fraternità oltre il Coronavirus… riflessioni!

Lucia Magaldi 08.4.2020  La vita fraterna è un crogiuolo di attività, ormai squassato dalla pandemia da Covid-19 e dall’isolamento coatto per provvedimenti governativi che incontrano l’ostilità di taluni professi. Restare a casa è garanzia d’incolumità pubblica e privata: noi francescani secolari del terzo millennio, votati all’obbedienza, dobbiamo farne apologia di Regola. Così, nel silenzio della nostra abitazione, interrotto dalle notifiche dello smartphone o dalle sigle del TG, trascorriamo il nostro tempo e nel piccolo territorio del nostro cuore, può nascere un ampio spazio di riflessione: il momento del distacco richiama l’esigenza di verificare la propria vocazione e operare una revisione di vita nella cornice effimera dell’esistenza in cui l’ozio può sopraffare il negozio. Il regalo più bello che io posso fare, ora, è dedicare il doppio del mio tempo agli altri per diffondere la pedagogia francescana, implementare lo spirito dell’ordine secolare e aprire una finestra d’aiuto attraverso Facebook, What’s app, e-mail, riviste e opuscoli dedicati; un ambito privilegiato d’incontro con la gente: dietro ogni performance c’è una persona, una famiglia, un villaggio globale di cui prendersi cura. La scrittura nasce come seme di grano dal terreno coltivato e la lettura scorre come acqua che disseta internet. Prosa e poesia, monologo e dialogo incentivano incontri in caffè letterari virtuali favoriti dalla tecnologia informatica. Preghiera e canto ravvivano i balconi al tramonto del sole quando le ombre e i silenzi acuiscono la monotonia.  La giornata di ciascuno può risultare preda di angoscia, inquietudine, paura ma deve trasformare le percezioni negative in sentimenti positivi; basta non cedere al ricatto della paura. Anche se negli ospedali aumenta lo strazio per il trapasso dei moribondi, soli nell’ultimo istante, ci consola sapere che l’Addolorata veglia sulle spoglie mortali e il Figlio aspetta al banchetto divino. Se la notte sembra troppo scura, non spaventiamoci, vuol dire che l’alba è vicina. Il Signore ci obbliga a cavalcare il male per attuare il bene. Presto anche noi risorgeremo.    Nella “vita oltre il virus” la famiglia francescana tornerà ad abitare il mondo, nella geografia fisica e politica del planisfero; la fraternità occuperà il chiostro della terra oltre i confini dei mari e le barriere dei monti; il consiglio percorrerà strade senza divieti che non costringono ad inversioni di marcia; la ministra rafforzerà il ruolo di madre spirituale, figlia, sorella di uomini e donne in un contesto scevro da lotte per la primogenitura. Ogni ufficio riprenderà l’impegno di disponibilità e responsabilità nella chiesa e nella società, nelle navate centrali e nei vicoli  periferici. Tutte le esperienze di culto, apostolato e carità rivivranno nei riti d’ammissione, iniziazione e rinnovazione; proseguiranno adunanze, consigli e capitoli; continueranno letture, preghiere, visite fraterne e pastorali…. Si riaccenderà il vincolo d’unione dell’ordine secolare, dall’autoreferenzialità all’oblatività, del servizio agli emarginati, ai malati e agli anziani. La spiritualità francescana sarà vissuta e testimoniata nel proprio contesto storico, culturale ed ecclesiale, senza il rigore di una prassi penitenziale imposta e tornerà a riappropriarsi della “vita oltre il virus”.

Lucia Magaldi

Ministra della Fraternità di Celenza Valfortore

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