A Molfetta il Capitolo d’Inverno per i fratelli in formazione iniziale della Terra di Bari
Danila Palmieri 26.02.12 Scegli la vita e servila! È stato questo il tema del Capitolo d’Inverno per aspiranti, novizi, neo-professi Ofs e giovani-adulti Gifra. Per l’Area Bari si è svolto a Molfetta l’11 febbraio 2012 presso il Santuario Madonna dei Martiri. Erano presenti fra Daniele Maiorano, presidente della CAS Puglia, la Ministra regionale Maria Ranieri, le Delegate di Zona Marta, Carmela e Danila, e 15 Fraternità locali, per un totale di 90 partecipanti.
Dopo la recita dei Vespri, fra Nicola Violante Ofm ci ha condotti nel tema con una riflessione attenta e precisa su come tutti noi, cristiani prima e francescani poi, dovremmo metterci a servizio della Vita. La riflessione, nella sua prima parte, ha avuto come fulcro l’affermazione: Scegli la vita…
Fra Nicola ha sottolineato che occorrerebbe rivedere la vita come un dono, riscoprire questa dimensione forse dimenticata. La vita per tutti è un dono, e come tale – ha messo in risalto il frate – deve essere curata, accudita e fatta fruttificare. Ed è in questa visione che ogni cristiano è portato a “vivere per servire”, perché far fruttificare significa porci in relazione con gli altri. Quindi vivere significa apertura e non chiusura, relazione e non isolamento. Proprio per questo i francescani sono tenuti a valorizzare la bellezza di vivere in fraternità: la fraternità è il luogo nel quale ognuno porta se stesso e si relaziona con gli altri fratelli.
Tutti siamo tenuti, sotto l’azione dello Spirito Santo, ad educarci a scegliere la vita. Solo così diventiamo veri testimoni di questa scelta.
Il papa Giovanni Paolo II, nell’enciclica Evangelium Vitae al n.5 scrive: «Un appassionato appello rivolto a tutti e ciascuno in nome di Dio è quello di rispettare, difendere, amare e servire la vita, ogni vita umana». Questo breve brano rappresenta un ottimo raccordo con la seconda parte della frase iniziale perché scegliere la vita significa servirla, ma… come si serve la vita?
Fra Nicola ha accentuato tre aspetti: il servizio a Dio, il servizio reso da Cristo e il servizio ai fratelli. Amare qualcuno significa servirlo. Il servizio che si rende a Dio è un servizio di culto; Mosè e i profeti hanno preparato il popolo a questo tipo di servizio; Gesù ha confermato il culto a Dio sublimandolo nel e col servizio ai fratelli, Lui stesso ha servito: emblematico è l’episodio della lavanda dei piedi, dove Gesù si china sui suoi discepoli e amandoli li serve. Da questo scaturisce il terzo aspetto: il servizio ai fratelli. NON CI SARA’ MAI SERVIZIO A DIO E A CRISTO SENZA PASSARE PER I FRATELLI.
Il brano evangelico del Buon Samaritano diventa la carta costituzionale del cristiano-francescano. È la spiritualità delle mani sporche che san Francesco ha reso viva nell’episodio che ha segnato la sua conversione: l’incontro con il lebbroso (FF 1407-1408).
L’amore-servizio ha importanti caratteristiche, come ha evidenziato fra Nicola: la concretezza (il bisognoso è vero, è vicino a me), la fatica (è faticoso prendersi cura di un fratello), ma tanta sarà la fatica più grande la gioia.
Ci ha lasciati con questi interrogativi che poi ci hanno condotto durante gli interventi dei singoli fratelli: Gesù si china sulle nostre ferite, e noi? Siamo capaci di fare lo stesso? Come francescani siamo capaci di costruire una civiltà d’amore, siamo capaci di chinarci sui lebbrosi dei nostri giorni?
Danila Palmieri Ministra Fraternità Ofs Corato.