A Trinitapoli il Ritiro di Avvento delle Fraternità della Zona Tre presso la parrocchia ‘Immacolata’

RitiroAvventoZonaTreTrinitapoli2014_2Danila Palmieri 09.02.14  “Ecco, io faccio nuove tutte le cose” (Ap 21,1-8) Questo è stato il tema trattato durante l’incontro zonale di Avvento svoltosi nella Parrocchia dell’Immacolata di Trinitapoli il giorno 15 dicembre 2013. All’incontro, sono state invitate le ventuno fraternità appartenenti alla zona. Dopo l’iscrizione dei partecipanti e l’accoglienza dei fratelli, con un coffee break, ci siamo riuniti per la celebrazione delle lodi e la catechesi di fr. Gianpaolo Lorusso, Assistente provinciale Ofs Cap di Puglia, seguita da riflessioni personali e domande scaturite dall’argomento trattato. Sempre durante la mattinata fr. Gian Paolo Lorusso ha presieduto la Celebrazione Eucaristica e alle ore 13.30 le fraternità hanno pranzato. Nel pomeriggio dopo l’Adorazione Eucaristica, con fr. Michele Cilli, Padre guardiano della Parrocchia Immacolata, il ritiro si è concluso con il saluto alle varie fraternità che, prima di ripartire, hanno espresso soddisfazione per l’accoglienza ricevuta.

Riflessioni sul tema trattato

La lettura dell’Apocalisse, ci presenta, ancora una volta, la novità del Vangelo con immagini grandiose, con sensazioni che scendono nella profondità dell’anima. In queste visioni si parla di un mondo nuovo e di una città che scende dal cielo per stare stabilmente in mezzo agli uomini. “Io, Giovanni, vidi un cielo nuovo e una terra nuova: il cielo e la terra di prima infatti erano scomparsi e il mare non c’era più. E vidi anche la città santa, la Gerusalemme nuova, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo”.

“Nuovo cielo… nuova terra… nuova Gerusalemme… nuove tutte le cose”. Dio porta novità: desidera che viviamo questo nuovo anno in novità di vita. Sei chiamato/a a consegnare a Lui ciò che abbiamo vissuto di bello e di brutto e ad affidare nelle sue mani quello che vivremo. Ma attenzione: la novità non sta tanto nell’esterno, ma nell’interno e cioè la novità non consiste nel fatto che vivremo cose nuove, (forse le situazioni, le relazioni, le difficoltà rimarranno le stesse) ma sta nel modo in cui affronteremo la vita e la trasformeremo guardandola con occhi nuovi!

Ognuno di noi ancora oggi dopo duemila anni è chiamato ad interrogarsi su quanto il proprio cuore, e di conseguenza le proprie azioni, siano conformi al modello di Cristo; è lui infatti il parametro per la vita di ciascuno di noi. Per meglio comprendere in che cosa consista questa “novità”, ci viene in aiuto la preghiera della serenità di San Francesco con le tre virtù teologali: Fede retta, Speranza certa, Carità perfetta.

Speranza certa

Per Francesco la Speranza non è semplicemente una virtù o un bel valore da vivere, ma è una Persona, Cristo che gli ha cambiato la vita. Molti dei nostri incontri quotidiani, con le persone, invece di essere dominati dalla fiducia e dalla gioia, sono caratterizzati dalla diffidenza, dall’apprensione e dalla paura. Abbiamo paura della malattia, della morte, dei ladri, dei malviventi che uccidono e sequestrano, di una possibile catastrofe cosmica, della miseria.

Ma non abbiamo paura di chi minaccia la nostra vita spirituale, non temiamo la possente cultura dominante, che per mille strade irrompe prepotentemente nella nostra vita per farci pensare in un certo modo, per farci decidere e scegliere secondo certi modelli. La cultura dominante è la cultura della morte. La proposta di Gesù è, invece, il contrario di quello che tende ad alimentare la cultura di morte che vuol tenerci nella paura. Gesù ci invita ad uscire da questa cultura, ad avere speranza certa e ad aver paura solo di ciò che spegne nell’anima la gioia di vivere.

Fede retta

Francesco cambia la sua vita, rende nuovo il suo modo di pensare, di agire, di essere nel momento in cui riconosce di essere figlio di Dio (episodio della spogliazione). La paternità di Dio lo trasforma… “Ecco, io faccio nuove tutte le cose”.

Nel Vangelo di Luca al capitolo 17 troviamo questa frase: “Se aveste fede quanto un granello di senapa potreste dire a questo monte… ). Che cos’è questo monte da affrontare e da spostare se non i nostri problemi, le nostre difficoltà, le nostre tentazioni e ancor di più i grovigli interiori e le paure che ci paralizzano e, a volte, ci impediscono di SENTIRCI AMATI da Dio Padre così come siamo? Il Signore ci chiede di affidare a Lui i nostri problemi e le nostre preoccupazioni per essere creature nuove nello Spirito: “Getta nel Signore il tuo affanno ed Egli ti darà sostegno… perché Lui ha cura di te (sl 54) … Nell’ora della paura io in te confido, in Dio di cui lodo la parola… (sl 56)… Stese dall’alto la mano e mi prese, mi sollevò dalle grandi acque e mi liberò perché mi vuol bene… (sl 18)”… E’ la Fede che vince la paura, quella Fede che diventa operosa nell’amore. Si tratta di quell’amore che ha spinto Gesù a morire per noi e spinge noi che annunciamo la morte del Signore e proclamiamo la sua Risurrezione ad andare incontro al mondo che ha sempre più bisogno di credere che è amato.

Carità perfetta

Per Francesco la Carità perfetta che ci rende creature nuove è vedere la Presenza di Dio nel fratello e nella sorella. IL FRATELLO, LA SORELLA SONO UN “SACRAMENTO” PERCHÈ DIO È PRESENTE. San Francesco accoglie e custodisce ogni fratello o sorella come DONO: “Il Signore mi donò dei fratelli…” Ecco, io faccio nuove tutte le cose” (Ap 21,5) – dice il Signore glorioso. La strada verso quella definitiva “novità” di ogni cosa passa, qui sulla terra, attraverso il “comandamento nuovo”: “che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato” (Gv 13,34).

“Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri!” Penso che queste riflessioni sulla Parola di Dio ci aiutano ad essere ottimisti sia sulla nostra vita, sia sulla missione da compiere nel mondo con le nostre opere e la nostra testimonianza, certi che sarà proprio la Fede, la Speranza e l’Amore a vincere ogni paura e a farci sperare in un mondo migliore. “Se uno è in Cristo è una creatura nuova”; le cose vecchie che sembrano irrimediabilmente perdute, destinate al fallimento e alla morte, sono redente in virtù dell’amore di Cristo e in virtù di quella novità che scaturisce dalla sua Risurrezione, per cui il Signore promette: “Ecco Io faccio nuove tutte le cose!”, il mondo sarà nuovo in virtù delle persone nuove che sanno attingere la loro novità di vita dal primo dei Risorti, il Vivente.

Danila Palmieri
Consigliera regionale

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