Assisi e la dirompenza del suo ‘Spirito’ a 25 anni dalla prodigiosa intuizione del Papa beato

Luigi Ianzano   Il grande Papa Giovanni Paolo II, nel discorso di apertura della celebrazione dello Spirito di Assisi del 1986, disse: «Ho scelto questa città come luogo per la nostra Giornata di preghiera per la Pace per il particolare significato dell’uomo santo qui venerato – san Francesco – conosciuto e riverito da tanti nel mondo quale simbolo di pace, riconciliazione e fratellanza». Durante la recita dell’Angelus del 1° gennaio 2011, Papa Benedetto XVI ha annunciato: «Nel prossimo mese di Ottobre, mi recherò pellegrino nella città di san Francesco, invitando ad unirsi a questo cammino i fratelli cristiani delle diverse confessioni, gli esponenti delle tradizioni religiose del mondo e, idealmente, tutti gli uomini di buona volontà, allo scopo di fare memoria di quel gesto storico voluto dal mio Predecessore e di rinnovare solennemente l’impegno dei credenti di ogni religione a vivere la propria fede religiosa come servizio per la causa della pace».

Il tema della ‘Giornata di riflessione, dialogo e preghiera per la pace e la giustizia nel mondo’ del 27 ottobre ad Assisi è: Pellegrini di verità, pellegrini di pace. «Noi – scrivono i Ministri Generali riuniti nella Conferenza della Famiglia Francescana – sulle orme di Francesco e Chiara, e quali pellegrini, siamo chiamati a camminare sul sentiero della pace per pregare e digiunare per la giustizia nel nostro mondo e per entrare in dialogo con gli altri nello sforzo di scoprire modalità creative e nuove per realizzare la pace ai nostri giorni […]. Come hanno fatto Francesco e Chiara, anche noi dobbiamo affrontare i problemi del nostro tempo e scoprire i modi con cui Dio ci chiama a costruire la pace nel nostro mondo oggi. Francesco non ha soltanto pregato per la pace ma ha lavorato attivamente per affrontare i conflitti e rappacificare le persone. Le storie del lupo di Gubbio, di Francesco ed il Sultano, del vescovo ed il podestà di Assisi, di Arezzo e di Perugia, tutte servono per evidenziare il grande desiderio di Francesco di promuovere la pace, che egli riteneva fosse un compito affidatogli da Dio. Noi dobbiamo renderci conto dell’urgenza, da parte nostra, di affrontare i problemi dei nostri tempi. Ci rendiamo conto che, nel corso degli ultimi 25 anni, il mondo è molto cambiato. Se non altro, la condizione degli uomini e delle donne di oggi è ancora più drammatica rispetto a quella del 1986. Di nuovo, dobbiamo “leggere i segni dei tempi” in modo chiaro ed efficace. Sono emerse condizioni nuove che minacciano l’unità del genere umano, il suo benessere e la sua stessa esistenza. Esse contestano la capacità della Chiesa e della nostra Famiglia Francescana di essere segni efficaci di unità. Movimenti popolari per la libertà stanno avendo grande influsso all’interno di molti paesi cambiandone il panorama politico. Le catastrofi naturali hanno portato distruzione e sofferenza e sollevato domande sconcertanti sul futuro sviluppo scientifico ed economico. I cambiamenti climatici stanno provocando grandi disagi alla vita e alla sopravvivenza di molti popoli e contribuiscono in modo eminente alla crescente crisi ambientale che stiamo fronteggiando. I grandi movimenti di popoli che attraversano i tradizionali confini geografici danno origine a conflitti e minacciano la stabilità della società. Esiste un crescente senso di urgenza affinché siano create o rafforzate vie di dialogo interculturale allo scopo di promuovere la pace, la riconciliazione, la cura del creato, e lo sviluppo umano integrale nel nostro mondo e per entrare in dialogo con gli altri nello sforzo di scoprire modalità nuove per realizzare la pace ai nostri giorni» (CFF, A tutti i Fratelli e le Sorelle della Famiglia Francescana, 26 giugno 2011).

Luigi Ianzano  Delegato per la Comunicazione

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