I flussi migratori e l’esperienza umanitaria in Marina di Giacomo Sansonetti, Ofs Manduria
Giacomo Sansonetti 04.8.14 L’operazione militare e umanitaria nel Mediterraneo meridionale denominata Mare Nostrum fa fronte allo stato di emergenza umanitaria in corso nello Stretto di Sicilia, dovuto all’eccezionale afflusso di immigrati. Questa operazione consiste nel potenziamento del dispositivo di controllo dei flussi migratori che la Marina Militare con uomini, navi, e con aeromobili da pattugliamento marittimo incrocia permanentemente nello Stretto di Sicilia.
L’Operazione Mare Nostrum ha una duplice missione: garantire la salvaguardia della vita in mare e assicurare alla giustizia tutti coloro i quali lucrano sul traffico illegale di migranti.
Il 3 ottobre 2013 con sgomento tutti abbiamo assistito alla tragedia nella quale un barcone naufragato davanti alla costa dell’Isola dei Conigli a Lampedusa ha prodotti centinaia di morti tra cui bambini e donne gestanti. Quelle immagini di tante bare è ancora davanti ai nostri occhi.
Ad oggi la situazione non è cambiata, anzi. Continuano i soccorsi in mare e continua l’opera umanitaria nell’ambito dell’Operazione Mare Nostrum. A Taranto quasi ogni giorno ormeggiano navi della Marina con a bordo gente che è stata tratta in salvo. Si parla di oltre 3500 vite solo nell’ultima decade di aprile, 293 migranti soccorsi lo scorso 9 giugno, numeri che purtroppo non sono destinati a dissolversi. Guardando negli occhi queste persone meno fortunate di noi si percepisce chiaramente lo stato di sofferenza, di difficoltà, di disperazione, si scruta chiaramente dai loro volti il desiderio di una vita migliore più dignitosa e più umana.
Il 10 giugno si è festeggiata la Giornata della Marina Militare. Il capo di stato maggiore delle Marina, ammiraglio di squadra Giuseppe De Giorgi, ha voluto manifestare la propria vicinanza agli equipaggi impegnati in operazione durante la festività e ieri è imbarcato sul Bergamini per seguire da vicino le operazioni umanitarie in corso.
Nave Bergamini, in zona di operazioni da 11 giorni di attività già conta all’attivo quattro eventi di soccorso nelle acque del Canale di Sicilia, circa 1300 migranti, tra cui 400 tra donne e bambini, tratti in salvo.
Intenso e significativo il discorso dell’ammiraglio De Giorgi all’Equipaggio: «L’Operazione Mare Nostrum è una guerra che stiamo conducendo contro la fame, contro la morte in mare, contro le sciagure che si sono abbattute sui popoli e le Genti che voi salvate. E’ anche una guerra contro i trafficanti di esseri umani che speculano sulle sofferenze di questi poveri uomini, donne e bambini. Noi siamo la Marina che si è distinta nella Prima guerra mondiale nel recupero delle genti dalla tormentata area Balcanica; siamo la Marina che nel corso del secondo conflitto mondiale recuperava i Marinai delle Navi nemiche affondate; siamo una Marina conosciuta nel mondo per il profondo senso di umanità che da sempre ci contraddistingue»
Poi, concludendo, l’ammiraglio ha aggiunto: «Dovete essere orgogliosi di quello che fate e di come lo fate, state scrivendo delle pagine che faranno parte della storia della nostra Marina Militare, una storia che parla di eroismo e di umanità; semplice, sana e sacrosanta umanità».
Il viaggio di Nave Bergamini si è concluso nel capoluogo ionico tra i saluti dei migranti, felici di aver toccato terra, sani e salvi, dopo un lungo e impervio viaggio.
Davanti a questa situazione drammatica e infinita, come cristiano e come francescano secolare dal primo momento mi è venuto in mente il passo del Vangelo di Matteo (25,31-46) “…… perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi……” – … ”ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”….. ! Gesù si manifesta in coloro che abbiamo di fronte a noi ogni giorno. Sembra strano ma è proprio così. La semplicità e l’amore sono le due richieste più grandi che Gesù ci fa in continuazione. Ed è solo la semplicità che ci aiuterà a comprendere quello che dobbiamo fare per i nostri fratelli.
Tanti uomini svolgono tutto questo come espletamento del proprio lavoro, del proprio dovere di militari, eseguendo ordini ricevuti, ma in coscienza si aggiunge l’umanità mettendo in pratica ciò che il Signore nel Vangelo ci dice. Come francescano secolare ho sempre in mente la regola dell’OFS: “….passando dal Vangelo alla vita e dalla vita al Vangelo” (Reg. 4). In questa situazione davvero si passa dal Vangelo alla vita perché concretamente ci si adopera facendo del bene al prossimo, ma questo aiuto non deve avere una scadenza, tutt’altro, deve essere sempre lo stile di vita di ogni francescano secolare. L’aiuto e le opere di carità devono caratterizzare il francescano, il nostro riferimento è Francesco d’Assisi. Guardando a Lui e seguendo i suoi insegnamenti, egli non ha più avuto paura del lebbroso, dei poveri, dei sofferenti, dobbiamo e possiamo fare come il poverello di Assisi e dire: “….. mi sembrava cosa troppo amara vedere i lebbrosi; e il Signore stesso mi condusse tra loro e usai con essi misericordia.E allontanandomi da essi, ciò che mi sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza d’animo e di corpo. (Testamento – 1226). Sì, perché aiutando il prossimo il nostro cuore e la nostra anima si riempie di gioia e di dolcezza: questa è la nostra “missione”!
Preghiamo l’Altissimo Onnipotente bon Signore perché questa emergenza del traffico internazionale di vite umane possa illuminare il cuore e la coscienza dei responsabili di questi “viaggi della speranza”, in attesa di una soluzione più strutturale possa favorire, se non la risoluzione, almeno una concreta attenuazione dell’emergenza.
Giacomo Sansonetti Fraternità Ofs Manduria.
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