Il corso di formazione regionale della Gifra di Puglia svoltosi ad Ostuni dal 8 al 10 Novembre

1453538_571544029566056_1851641694_nCarmine Signorile 24.11.13  Ma chi me lo doveva dire! E’ proprio questo il commento che mi passava nella mente mentre tornavo a casa da Ostuni! Infatti, ero partito da Bari con tanta curiosità perché il programma del corso mi allettava parecchio, ma mai avrei pensato di vivere un tale bombardamento di emozioni. Ma andiamo con ordine perché mi piacerebbe condividere con voi tutto quello che ho vissuto in questi giorni. Appena arrivati a Villa della Speranza, fra saluti e abbracci, noto che chiunque si avvicina all’elenco dei partecipanti, si lascia andare ad un commento condito da una nota di delusione: siamo solo una sessantina da tutta la Puglia! Tuttavia, vedo negli occhi dei consiglieri regionali una determinazione e un entusiasmo che mi lascia ben sperare. Ma nella mia testa c’era solo una domanda: se siamo così pochi come faremo a sfamarci con ciò che ognuno di noi ha portato per la cena tipica? Ma una delle cose, che ho imparato stando in Gi.fra, è che quando si tratta di cibo e generosità, i gifrini non sono secondi a nessuno e, infatti, fra peperoni ripieni, focacce e pizze rustiche la cena è bastata e avanzata per gli aperitivi dei giorni successivi.

Sabato mattina viviamo il primo momento di formazione preparato non da uno, ma da tre sacerdoti.

Tutti e tre con una semplicità disarmante e con un linguaggio diretto e penetrante ci hanno ricordato quanto non sia impossibile mettere in pratica il Vangelo sull’esempio di Francesco.

Per convincerci sempre di più, ci hanno presentato la vita di due uomini che ce l’hanno fatta: San Giuseppe da Copertino e don Tonino Bello. Chi avrebbe mai pensato che il santo che spesso invoco prima di un esame, ha passato così tanti problemi con la sua fraternità, come ognuno di noi?

E chi avrebbe immaginato che la vita di don Tonino si potesse spiegare con tre applicazioni dello Smartphone?

Bastava aver ascoltato questo momento di catechesi per tornare a casa soddisfatto e pieno di spunti di riflessione, ma mi sbagliavo perché i ragazzi del consiglio avevano preparato per noi un laboratorio dinamico che mi ha lasciato letteralmente a bocca aperta.

Infatti, noi, over 21, dovevamo scrivere una lettera alla maniera di don Tonino e, pertanto, dovevamo intestarla a chi nella nostra vita stavamo trascurando con i nostri modi di fare. Questa è stata l’occasione per far silenzio dentro di me e sentire il Signore che mi indicava tutti quegli atteggiamenti che fino ad allora mi avevano impedito di viverlo quotidianamente.

Ma le sorprese non erano finite: infatti, dopo una mattinata trascorsa a riflettere ecco una serata passata in un’euforia da villaggio turistico. Tutti ci siamo messi in gioco senza paura perché ci sentivamo come una famiglia in festa, per cui fra gare canore e balletti improponibili siamo andati a letto con i dolori alla mandibola per le risate.

Con lo stesso spirito la festa è proseguita con l’esilarante sfida a quiz di domenica mattina, presentata dai ragazzi del consiglio, dal titolo “ Chi vuol essere francescano?”. Sebbene sia un gifrino stagionato, lo ammetto: questo laboratorio, basato sulle Norme organizzative e sulle nuove modifiche del Nostro Volto, che il giorno prima Alfonso ci aveva illustrato con molta chiarezza, mi è servito a conoscere ancora meglio il nostro statuto. Anche se sto ancora capendo che legame c’è fra il Nostro Volto e la gara a chi arrivava prima nel salone con lo spazzolino e la bocca piena di dentifricio schiumante. Ma forse questa mia perplessità si può solo spiegare nominando i membri della giuria giudicante: Alfonso, fra Arcangelo e fra Pietro…e ho detto tutto.

Quindi, ora potete capire perché andandomene da Ostuni, ho esclamato: ma chi me lo doveva dire!

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Carmine Signorile
Fraternità Gifra Bari/S. Fara

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