Il musical ‘Chiara di Dio’ ad Altamura per la professione di sr. Chiaraluce Noviello
Lillino Calia 26.09.15 In occasione della professione Perpetua di Sr. Chiaraluce Noviello nell’Ordine delle Clarisse di Altamura, il Vescovo S.E. Mons. Giovanni Ricchiuti ha voluto che si ospitasse il Musical “Chiara di Dio” nel neo restaurato Teatro Cittadino intitolato a Saverio Mercadante, noto musicista figlio di Altamura. E’ stata la prima volta che la compagnia itinerante voluta dal regista Carlo Tedeschi è venuta in Puglia. Questa è formata da ragazzi giovani volontari provenienti da tutto il mondo che hanno abbracciato il progetto di Leo Amici nella Associazione DARE. Essi vivono in una casa donata loro dal Vescovo S.E. Mons. Sorrentino, in località Lago di Monte Colombo – Rimini, ove oltre alla vita di fraternità, studiano e realizzano componimenti teatrali sotto la guida del regista Carlo Tedeschi. Uomo di arte e di grande spiritualità insieme, egli stesso scrive che l’ideazione di un primo musical su Francesco, “Un vagito nella notte”, lo ebbe dopo la sua partecipazione ad un convegno dell’O.F.S. a cui poi seguì “Chiara di Dio”. Parte degli introiti provenienti dall’attività artistica sono devoluti a opere di beneficenza che di volta in volta sono individuate. L’età degli attori va dai 13 anni in su. E’ stato bello presentare lo spettacolo “Chiara di Dio” a circa 1800 giovani della diocesi che hanno riempito il teatro in quattro turni diversi. Poi ci sono state due rappresentazioni serali che hanno visto la partecipazione di altri 800 spettatori, giovani, adulti, sacerdoti, religiosi e religiose e famiglie intere. Chi ha avuto la fortuna di averlo già visto conosce la profondità e la bellezza del musical. L’autore, attraverso le parole del “vecchio”, un personaggio del musical, presenta Chiara e Francesco, come due figure profondamente umane (il desiderio della “cerasa” di Chiara e del “mustacciolo” di Francesco) ma insieme “fenomeni”, “leggende divine” come sono state definite dal Papa Giovanni Paolo II: “c’è tra loro qualcosa di così profondo che non può essere capito se non attraverso i criteri della spiritualità francescana, cristiana, evangelica…erano persone, erano corpi”. “Di loro – continua il Santo Padre – resta il modo con cui Francesco vedeva sua sorella, il modo in cui egli sposò Cristo. Vedeva se stesso a immagine di lei, sposa di Cristo, sposa mistica con cui andava formando la sua Santità”.
I messaggi trasmessi dalle musiche, dalle scene e dalle interpretazioni sono stati tanti: la comunione umana ed evangelica fondata in Gesù Cristo che c’era fra Francesco e Chiara di Assisi, la povertà da loro abbracciata per cui nulla è tuo e la vita non è che un banco di prova, la bellezza del credere in Dio Padre, l’umiltà profonda, ed infine il soffice passaggio di Chiara nella vita eterna, nella comunione dei santi e nell’abbraccio definitivo con il suo Sposo Cristo. Dalla capacità artistica dell’autore e degli interpreti scaturisce una spiritualità profonda che avvolge il cuore e una pace profonda che dona forza per prendere, riprendere o continuare un cammino d’amore verso Dio, una occasione speciale per chi come noi vive una vocazione da terziari francescani. L’autore è anche convinto che, come dice la nostra regola all’articolo 19, dobbiamo essere “fiduciosi nella presenza del germe divino che è nell’uomo”. Per questo, attraverso l’arte si è voluta fare una catechesi ai tanti giovani e non solo che hanno visto il musical. Molti spettatori sono venuti anche dai paesi limitrofi e, a mio avviso, ne vale veramente la pena far ripresentare nelle nostre fraternità questo musical.
Continuiamo ad essere fiduciosi e a pregare affinché la “luce” di Chiara irradiata da Assisi, come dice il “vecchio delle cerase”, illumini la Chiesa, il mondo, il nostro tempo, le nostre coscienze e le nostre scelte.
Pace e bene.
Lillino Calia
Fraternità di Altamura/S. Margherita da Cortona
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