Il Signore diede a noi, uomini e donne che rimanevano nel secolo, il dono di Elisabetta

1711SANTA-ISABEL-DE-HUNGRIALoredana Invidia 14.11.17  Francesco d’Assisi capiva che non tutti gli uomini ricevevano la chiamata a lasciare ogni cosa per consacrarsi a Dio…e quante donne sposate e con figli non potevano più lasciare la loro casa, per una vita nel chiostro orante di Chiara. Francesco pensò ai fratelli e alle sorelle che, infiammati dal suo amore per il Cristo povero e crocifisso, volevano vivere il santo Vangelo sulle orme che egli stesso, quasi inconsapevolmente, aveva lasciato…Scrisse lettere ed esortazioni per quelli che rimanevano nel mondo ma che desideravano far penitenza… Intanto una regina, nel suo palazzo regale, innamorata di suo marito e madre affettuosa di figli, apriva la sua vita ai poveri, ai lebbrosi, agli esclusi…

Elisabetta fu come la parte mancante venuta da lontano a riempire una ferita eternamente sanguinante nel fianco del mondo. Dio si ricorda del povero. E quella regina, sposando interamente e senza ostacoli la povertà, vestì gli abiti, condivise il poco pane, il freddo, le angherie a cui i poveri sono sottoposti. L’escluso, si sa, è terra di nessuno. Una zona franca in cui il ricco e il malvagio giocano la loro partita. Dio si è ricordato di noi. E ci ha donato Elisabetta d’Ungheria. Semplicemente, ci fece un dono regale. Come a ricordarci che la più nobile delle discendenze non reclama prestigio e potere, ma scende per le strade, si mischia negli odori e nei dolori della gente che incontra, per diventare luogo e strumento di Salvezza per tutti. Da secoli, il nome di Elisabetta d’Ungheria accompagna fedelmente il cammino dei Terziari Francescani. Non fu facile per lei, regina invisa a molti a causa del suo amore per Cristo ed i poveri. Non è facile per noi, cristiani di oggi, in un mondo abituato a tutto. Anche al peccato e alla dolorosa esclusione di Dio. Ma l’Eterno si incarna giorno per giorno nella Storia, risplendendo nei momenti sacri che rendono belli i luoghi e i passi degli uomini.

Nella tenerezza e nella compassione, nell’accoglienza e nella misericordia, in intima familiarità con Francesco e Chiara d’Assisi, Elisabetta è nostra parte di eredità.

Loredana Invidia

Fraternità di Brindisi/La Pietà

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