‘La gioia della Pasqua non funziona per sentito dire’, gli auguri del Ministro nazionale
Remo Di Pinto 27.3.16 La gioia della Pasqua non funziona per sentito dire, c’è bisogno di un’esperienza diretta e personale; così è la nostra fede, e da questa esperienza nascono la comunione, la fraternità e l’annuncio del Vangelo. Abbiamo tutti bisogno di un Sabato Santo per comprendere il valore della Passione e risorgere a vita nuova. Abbiamo bisogno di confrontarci con la scomodità del silenzio, di fermare le nostre frenetiche attività che sembrano voler tacitare le nostre paure, per lasciarci raggiungere dall’Amore nei nostri “inferi”, nelle profondità più oscure, quelle che noi stessi fuggiamo e che teniamo ben nascoste tra quei piedi negati all’acqua e all’olio profumato versati dall’Amante. Eppure è proprio lì che, con la sua morte, viene ad immergersi il nostro Dio, a riempire il vuoto della solitudine e a togliere il velo di tristezza che accompagna le nostre sconfitte, le attese mancate e i programmi annullati.
Cos’è l’Amore? Non c’è amore più grande di chi dona la vita per i propri amici!
«Si ricordarono delle sue parole»: ecco svelato il mistero, comprensibile solo a chi permette a Gesù di amarlo fino in fondo, a chi abbandona la presunzione di essere unico artefice della sua storia e di quelli che ha intorno, a chi accetta di stravolgere le proprie abitudini religiose fuggendo lo scandalo di un Dio che muore e nasconde il suo corpo ai nostri riti funebri, per offrirci una presenza nuova che richiede occhi nuovi.
Mistero: non come fatto inspiegabile, ma come rivelazione, comprensibile solo a chi ora trova il coraggio di togliere i calzari e stendere i piedi tra le mani di Gesù, lasciando che le sue labbra sfiorino la pelle callosa e le piaghe che impediscono di camminare.
Ecco che la memoria delle sue parole, accolte tra una serie di eventi straordinari ma non ancora del tutto comprensibili al nostro cuore, ora ci permette di sentire nelle viscere il «ti amo» che ci era stato annunciato a Betlemme, per vivere straordinariamente il nostro ordinario, a partire da una Parola che viene a scuotere con vigore il “silenzio”, altrimenti insignificante, del sabato santo. Ecco il primo vero luogo della nascita della Chiesa, che proprio a partire dall’esperienza pasquale, non può dichiararsi potenza tra altre potenze, smaniosa di estendere il proprio dominio o di alzare mura in difesa delle proprie “ricchezze”. Nemmeno oggi che, come accadde con gli apostoli dopo la morte di Gesù, in fondo sentiamo più forte il timore di essere una minoranza minacciata. La Pasqua, a partire dal “silenzio del sabato”, non ci rende folla alla ricerca di un pane che non sazia, ma popolo incapace di amore pieno, che si lascia abitare da un Amore infinito, per essere segno di misericordia e pane spezzato, che è pure il contenuto della missione, di una Parola che è svelata e continua a svelarsi dal corpo di un Dio segnato dalle ferite della croce: «pace e perdono»… affidate a voi, risorti!
E sia Pasqua per te, nuova vita!
Remo Di Pinto
Ministro nazionale
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