San Nicandro Garganico. La II edizione della ‘Passione Vivente’ di Santa Maria delle Grazie
Maria Murano 07.05.15 Lunedi 30 marzo scorso, primo giorno della settimana santa che precede la Pasqua, si è svolta a San Nicandro Garganico la II edizione della Passione Vivente, una rappresentazione realizzata dalla parrocchia francescana di Santa Maria delle Grazie, proposta e sostenuta fortemente dal Parroco Padre Antonio D’Orsi Ofm. Anche quest’anno presenze graditissime sono state quelle del ministro Provinciale MRP Giuseppe Tomiri, del Sindaco Gian Paolo Gualano e altri rappresentanti dell’Amministrazione Comunale della città. Hanno collaborato alla riuscita della manifestazione le Forze dell’Ordine, La Croce Rossa, l’A.V.E.R.S.
Il progetto, al quale hanno aderito liberamente tutti i gruppi della parrocchia, a conferma della propria disponibilità già prestata nelle prima edizione, si è arricchito di nuove presenze da parte di cittadini e di interi nuclei familiari che hanno voluto esprimere simpatia, solidarietà e desiderio di far parte di una famiglia parrocchiale in crescita sia in forma numerica che spirituale, ricreando un fenomeno, l’approdo, già registrato e consolidato nel precedente anno con l’accoglienza di tutti. Alla realizzazione dell’iniziativa hanno partecipato personalmente e concretamente l’Ordine Francescano Secolare “Giullari di Dio”, il Coro, il Rinnovamento dello Spirito, l’Associazione Amici del Beato Duns Scoto, le Catechiste, le maestre di Formazione, le maestre e i bambini dell’Oratorio, i chierici, parrocchiani e altri che, pur non appartenenti, hanno voluto e saputo dare partecipazione e bravura.
La rappresentazione delle Stazioni della Crocifissione e della Resurrezione di Cristo vuole essere un modo per iniziare o proseguire il cammino quaresimale da inserire nei riti in preparazione alla Santa Pasqua e si prefigge lo scopo di ripercorrere e rivivere il Dramma del Calvario anche con il linguaggio della drammatizzazione in cui ciascuno, nel ruolo di attore o di spettatore, può cogliere e accogliere il messaggio di nostro Signore perché, intrecciandosi nella storia di ognuno attraverso l’immedesimazione nei vari personaggi, anche in questa occasione porti luce di vita e speranza di salvezza, per una rinascita spirituale. Per un Dramma universale si è usato un linguaggio universale. La scelta del tipo di comunicazione adottato, la drammatizzazione, ovvero la recitazione dal vivo, ha motivo nella considerazione di quanto il “Teatro”, ovvero l’arte del recitare, del mettere in scena, serve a rendere più immediata, accessibile e comprensibile la conoscenza e a ottenere un maggiore coinvolgimento emotivo e trascendente.
“La Passione Vivente”, appunto, è un teatro religioso, un teatro realizzato esclusivamente per l’amore di Dio, adottato sin dal Medio Evo nella Liturgia della Chiesa a servizio del popolo per fargli giungere la voce di Verità e il Dramma di Gesù, il Dramma Cristiano, vissuto e consumato sul più grande palcoscenico del mondo, il Golgota, che continua a portare da tutti gli altari all’umanità scompiglio e luce, scandalo e gioia, a destare il desiderio di una vita aperta all’amore divino. È il dramma che ha ispirato pagine meravigliose di letteratura, di produzione drammatica a grandi autori, fra i primi Iacopone da Todi nella sua bella lauda: “Il Pianto della Madonna”.
L’ideatore del primo Presepe Vivente è San Francesco.
Il Protagonista? È sempre il Cristo, il Figlio di Dio, nella sua umanità e divinità, con la sua Croce e la sua Risurrezione.
La fonte? Quella unica e inesauribile della Sacra Scrittura.
Gli Attori? Dilettanti, non professionisti, di ogni età, con ruoli primari e collettivi, maschili e femminili, che sotto la guida attenta del parroco e del regista hanno spontaneamente dedicato, dopo l’orario di lavoro, molto del loro tempo, delle loro forze e capacità alle prove della parte recitativa, alla preparazione e poi all’allestimento delle scene. Per circa due mesi i locali del Convento di Santa Maria delle Grazie ogni sera si sono trasformati in cantieri in cui tutti diventavano operai nell’officina o laboratorio del Signore. Ognuno, con palese, autentico e contagioso stile francescano, ha messo a disposizione se stesso e la propria competenza a servizio degli altri con letizia e giovialità, come in una vera e unica famiglia, di forte richiamo per tanti altri che hanno voluto farne parte.
I luoghi? Le strade e la piazza protette dall’ombra del campanile della Chiesa e del Convento dei Frati, all’esterno, trasformate in “luoghi deputati”: di Gerusalemme il Tempio dei Sommi Sacerdoti e l’adiacente mercato con le tipiche bancarelle, il Cenacolo, il Getsemani, il Pretorio, la Via Dolorosa, il Calvario, il Sepolcro: luoghi naturali, luoghi ricostruiti, luoghi sopraelevati.
I costumi? Perfettamente in linea con quelli in uso nel tempo vissuto da Gesù, con nessun risparmio alla ricerca religiosa, storica, geografica, economica, culturale dei tempi rappresentati. Le musiche che hanno accompagnato i vari momenti storici rappresentati sono state appropriate, particolarmente efficaci e curate nell’adattamento alla situazione scenica.
Il rischio? Quello previsto, che per qualcuno possa essere considerato uno spettacolo.
La sfida? Quella di uscire sempre più allo scoperto per un servizio di comunione e di evangelizzazione e di affrontare giudizi di ogni tipo, anche quelli lontani da ogni vera e buona intenzione. L’evento, forse grazie all’eco del successo registrato nella prima edizione dello scorso anno e anche all’azione pubblicitaria da parte della locale Radio Civico 93, ha attirato e ha fatto registrare una sorprendente e attenta presenza di moltissimi spettatori accorsi numerosi anche da luoghi limitrofi della provincia.
Gli effetti? Oltre agli evidenti e positivi esiti esaltanti rilevati a livello umano, sociale, psicologico, culturale e artistico, quanto di spirituale sia giunto e rimasto in attesa di crescere in ciascuno non è dato di sapere e né riguarda gli organizzatori. Ma in un tempo in cui sono troppo frequenti le persecuzioni dei cristiani e il Crocifisso è considerato da altri popoli, altre religioni estremiste e da esponenti politici anche italiani, una “suppellettile” da eliminare, da profanare e distruggere perché “offende” altri credi religiosi, disconoscendone il valore su cui si basa l’identità, la radice del nostro popolo, quello cristiano, risulta necessario e inevitabile testimoniare visibilmente e ad alta voce la propria fede e le sue origini.
Per quanto riguarda coloro che si sono prestati come attori, non tutti provenienti da percorsi formativi, posso personalmente assicurare, poiché della rappresentazione ho avuto l’onorevole compito di seguire e curare per il secondo anno la regia, che nulla da Padre Antonio è stato tralasciato o trascurato circa la preparazione religiosa, dall’ascolto meditato della Parola alla preghiera. Molti di essi hanno per la prima volta sperimentato, oltre all’arte del recitare, anche il Ritiro Spirituale avvenuto all’interno del Convento di Santa Maria delle Grazie.
È nostra speranza che nel tentativo di immedesimazione nei ruoli dei personaggi rappresentati si sia saputo guardare oltre l’aspetto puramente recitativo, vedere con gli occhi della fede e lasciare operare in sé lo Spirito del Risorto.
A tal proposito, per i più scettici, mi piace riportare un dialogo avvenuto anni fa tra due attori di un’opera religiosa come “La Passione Vivente”.
1° – Domani vado dal regista a dire che non ci sto più!
2°- Come mai?
1° – Non ne sono degno: sono stato scelto a fare la parte di nostro Signore solo perché ho una faccia passabile! È dentro quello che conta …
2° – Ti vuoi rifiutare?
1° – Mi vergogno! Piuttosto scappo …
2° – Eppure ci tenevi! Ne hai parlato tanto a tutti! Tenevi tanto ad avere questo ruolo!
1° – Sì, ma ora ho rivisto all’improvviso tutte le mie colpe e tutti mi conoscono per quello che sono veramente. Vedendomi vestito da Gesù si metteranno a ridere di me, a criticarmi, a giudicarmi, a condannarmi! …
2° – E sarai dileggiato, schernito e offeso come il vero Cristo e sarai per questo più vicino a Lui. Sopporta tutto per amor suo. Egli sarà con te.
Ogni personaggio della Storia offre a ciascuno e a tutti spunti di meditazione e di revisione della propria vita, da Pietro a Giuda, da Pilato a Caifa, da Erode al Popolano, da Maria di Nazareth a Maria di Magdala …
Un grazie di cuore a Padre Antonio, per il suo entusiasmo, la sua determinazione, le sue capacità e idee propositive, perché crea e sostiene tante buone occasioni per incontrare Cristo e vivere il Vangelo dentro e fuori la parrocchia.
Maria Murano
Fraternità di San Nicandro
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