‘Mio marito con l’aratro ed io con la zappa, poi insieme a pregare’. I ricordi di nonna Rosa, 90 anni
Peppino Di Nunno 09.12.14 Una nonna mite e serena, Rosa Caporale, si affaccia con passi affaticati alla vetrina di casa sua, di fronte alla Scuola Materna Immacolata, al numero civico 13, ma 13 è il giorno della sua nascita. Sono trascorsi, per la mia vita di maestro di scuola, ventuno anni, da quando accolsi suo nipote Vincenzo, come alunno in via Santa Lucia; sono trascorsi 16 anni da quando accolsi come alunno, suo fratello Vincenzo, che saluto oggi nel loro lavoro. Oggi, 13 giugno 2014, sono trascorsi 90 anni da quando è nata la loro nonna materna, accolta in festa dalla Fraternità dell’Ordine Francescano Secolare di Canosa di Puglia, essendo lei, la francescana più grande di età. La Ministra, Maria Grimaldi, con sua figlia, la piccola Antonia, anche lei in festa per il suo onomastico, si sono recati a casa della nonna Rosa, per accompagnarla nella sala dell’Istituto Immacolata, dove l’accoglienza è stata fraterna e festosa, insieme alle Suore Francescane Alcantarine dell’Istituto Immacolata.
Intervistiamo la nonna, ripercorrendo alcuni momenti della sua vita, della sua fede, che riportano anche aspetti della cultura contadina del 900. Chiediamo della sua età di scolara e lei risponde “sono andata a scuola fino alla terza classe, poi in casa ad aiutare mia madre”. Chiedendo del suo lavoro di donna di casa, nonna Rosa ricorda: “mio marito con l’aratro andava nei campi, ma anche io andavo con lui a zappare”. Chiediamo della sua fede cristiana e della sua Chiesa e lei attesta: “andavo alla Chiesa della Saletta, dove si pregava con don Biasòne (Biagio Saraceno), ma mio marito pregava al mattino prima di andare in campagna; pregavamo insieme; anche mio padre pregava all’inizio della giornata e mi ha insegnato questa preghiera”. È una preghiera in dialetto, che la nonna Rosa, recita ancora, evocandola nella sua festa di fronte alla comunità e che raccogliamo nella memoria morale e storica dei nostri padri.
IL ROSARIO
Cùsse Resàrie c’àme dìtte Questo Rosario che abbiamo detto,
‘n gìlle stèce scrìtte, in cielo sta scritto,
l’Angele accumbagnète l’Angelo che ci accompagna
e u Resàrie appresendète. e il Rosario presentato.
Jò prèghe a Gesù mòje (3 v.), Io prego a Gesù mio,
quést’àneme poverédde, quest’anima poveretta,
svundurète e peccatròce. sventurata e peccatrice.
O Maria piena di grazia,
la Madre del Signore,
o Bambino Gesù.
Ma il suo Rosario, non sta scritto solo in cielo, ma anche in terra, a casa sua, che si presenta come una cappella devozionale con le immagini sacre, cui la nonna Rosa si rivolge ogni giorno con fede e con mite umanità. Oggi sorride commossa, mentre soffia sulle novanta candeline delle sue primavere.
Auguri, nonna Rosa! Canosa, 13 giugno 2014
Peppino Di Nunno Fraternità Ofs Canosa di Puglia.
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