Nel convento Santa Fara il Ritiro di Avvento delle Fraternità della diocesi di Bari-Bitonto
Marta Fiorentino 13.01.14 Il 15 Dicembre scorso, come da calendario regionale, le Fraternità si sono incontrate per celebrare il Ritiro d’Avvento 2013. A Bari, nel convento di S. Fara, ove ha sede la Curia provinciale dei Frati Minori Cappuccini di Bari, si sono incontrate le Fraternità della diocesi di Bari- Bitonto, facente capo alla Zona Ofs Quattro.
Come sempre i ritiri di Avvento e di Quaresima sono l’occasione non solo di meditare sui temi programmati e di pregare insieme, ma anche di guardarci negli occhi, di raccontarci anche se brevemente negli spazi possibili della giornata, di abbracciarci e perché no anche di accarezzarci seppure con lo sguardo.
Con la celebrazione delle Lodi abbiamo messo il Signore al centro della nostra giornata e della nostra vita.
Ci ha aiutato nella animazione mattutina il Coro della Fraternità di Valenzano sempre disponibile a rendere il servizio nei nostri incontri zonali e a cui va il grazie di tutte le fraternità per l’impegno profuso, l’attenzione e la bellezza della musica quest’anno arricchita dal suono della fisarmonica.
Una gradita sorpresa è stato il saluto rivolto dal Padre Provinciale dei Frati Minori Cappuccini, fra Piergiorgio Taneburgo, alle fraternità presenti il quale oltre ad augurare un buon cammino di Avvento ha ricordato che nelle medesima giornata gli adolescenti della GIfra regionale avevano anch’essi il loro ritiro invitando quindi ad un cammino di comunione dell’intera famiglia francescana.
Di seguito Padre Francesco Neri, frate minore cappuccino, ha offerto la sua riflessione sul tema della giornata “Ecco faccio nuove tutte le cose” con riferimento al progetto regionale “vino nuovo in otri nuovi” nonché al Vangelo della domenica (con riferimento alla figura di Giovanni Battista) e quindi a Francesco d’Assisi. Padre Francesco ha evidenziato la necessità di passare dall’ipocrisia (recitazione) e sclerocardia (durezza di cuore) alla “misericordia” che va oltre la “giustizia” di Giovanni il Battista. La “misericordia” non esclude la giustizia, ma la ricompre e va oltre. Francesco d’Assisi incarna con pienezza nella sua vita la novità di Cristo. Come ? Con la “minorità”, l”itineranza”, la “Regola propria” e la “misericordia” divenendo concretamente promotore di pace (ricordiamo il contrasto tra il Podestà e il Vescovo di Assisi e l’opera di mediazione di Francesco).
Ogni giorno siamo chiamati a ricominciare a preparare l’otre nuovo ove immettere il vino nuovo dell’amore misericordioso. Ma cos’è la misericordia? E perché dobbiamo essere misericordiosi. La misericordia va declinata con il perdono. Cos’è il perdono? Non vendicarsi mai del male ricevuto. Tanti sono i modi in cui ci vendichiamo di coloro che ci fanno del male: non rivolgere più la parola, non guardarsi negli occhi, parlare male quando le persone non sono presenti o utilizzare l’ironia sottile per screditarli.
Perdonare invece è: esercizio di umiltà (riconoscerci fragili e poveri come colui che ci ha fatto del male); è dono di speranza per sé e per gli altri. Ma perché dobbiamo perdonare? Perché solo così possiamo vincere la battaglia dell’inimicizia. Don Tonino Bello soleva dire “perdonare è l’infinito del verbo amare”. Perdonare non serve solo all’altro ma anche a cambiare se stessi (anche quando il nostro perdono viene rifiutato) e infine perché lo fa Dio. E’ sempre Dio che fa il primo passo verso di noi, attento a noi “cortese” nei confronti dell’uomo. E se “ Dio abita nei dettagli”- ha concluso Padre Francesco Neri – anche l’amore abita nei dettagli. Dunque cristiani e ancor più noi francescani siamo chiamati a costruire un otre nuovo con il vino nuovo della misericordia.
Dopa la riflessione di padre Francesco Neri, apprezzata dall’assemblea, sono intervenuti diversi fratelli ad offrire sia la loro testimonianza sia richieste di chiarimenti.
Ma intanto il tempo scorre inesorabilmente ed è tempo di celebrare l’Eucarestia. Ci portiamo quindi nella Chiesa di S. Fara e alle ore 12,00 partecipiamo alla celebrazione eucaristica presieduta da Padre Francesco Neri. Le fraternità hanno offerto anche doni alimentari che la fraternità di S. Fara provvederà a distribuire ai poveri che bussano alla porta del Convento.
E’ tempo, dopo la celebrazione, dell’agape fraterna e qui la creatività e l’organizzazione delle fraternità si scatena. Ma più che la bontà del cibo, la condivisione è l’aspetto più bello. Le fraternità escono dai loro confini locali per dilatarsi e le fraternità diventano una unica fraternità.
Constatiamo però, con rammarico, che molte fraternità sono andate via ci auguriamo per motivi seri, ma tutti ci chiediamo le fraternità non erano già a conoscenza degli appuntamenti programmati da tempo e sin dall’inizio dell’anno fraterno? E allora perché assumere altri impegni nella medesima data? Le domande rimangono senza risposta.
Intanto, dopo il pranzo, mentre i fratelli presenti si scambiano saluti e fraternizzano magari passeggiando lungo i viali del convento di S. Fara, i ministri presenti coordinati dalla consigliera regionale Marta Fiorentino si confrontano sullo stato dell’arte del progetto “Vino nuovo in otri nuovi” nelle singole fraternità.
Il confronto è proficuo e tutti confermano., al di là delle inevitabili difficoltà, come il progetto rappresenti una occasione per ogni fraternità di ripensare alla propria vocazione e a quella dell’intera fraternità.
Ma intanto sopraggiunge l’ora dell’Adorazione Eucaristica e qui, grazie all’accoglienza di padre Pietro Gallone, parroco di S. Fara, ci portiamo nella cripta e, in un clima di raccoglimento, adoriamo il Signore aiutandoci con i testi scelti e riportati nel nostro libretto.
Padre Pietro ci aiuta a meditare e a pregare insieme.
Al termine, è tempo di saluti e ringraziamenti. Un ringraziamento al Signore che ci ha permesso di vivere questa giornata, a Padre Pietro che ci ha accolti, alla fraternità di S. Fara sempre attenta e disponibile al servizio di accoglienza e alle fraternità presenti.
Marta Fiorentino Consigliera regionale Animatrice Zona Quattro.
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