“Osservare il Vangelo”, il primo incontro di formazione con don Luigi Maria Epicoco del 27 gennaio

DSC_0955Vincenzo Bini 02.2.19  È iniziato subito col “botto” questo percorso voluto dall’equipe di formazione dell’OFS Puglia che, per dare un nuovo impulso all’interiorizzazione e concretizzazione della nostra Regola, si è affidata al presbitero e teologo dell’Arcidiocesi dell’Aquila Don Luigi Maria Epicoco, trentottenne originario di Mesagne, molto attivo sul web ma con alle spalle già oltre venti pubblicazioni che ne hanno esteso la fama su tutto il territorio nazionale.

In questo primo incontro, Don Luigi ci ha accompagnato in un’appassionata trattazione in chiave “esistenziale” dell’articolo 4 della nostra Regola che lo scorso anno ha festeggiato i suoi “primi quarant’anni” (non ne riporto volutamente il contenuto perché vi venga necessario riprenderla e rileggerla). Una visione nuova della nostra vocazione francescana proprio perché sollecitata da un “non francescano”, un po’ come accadde l’anno scorso a Roma quando l’assemblea nazionale si trovò davanti alla lectio magistralis di Mons. Fisichella. Un linguaggio diverso da quello a cui siamo abituati ma che, proprio per questo, apre a nuove prospettive di lettura di concetti che a volte diamo troppo per scontati.

L’umiltà, per esempio, come frutto di un accadimento nella nostra vita che ci ridimensiona, che ci riporta alla realtà, che ci distoglie dal nostro narcisismo e dalle avances del nostro “accusatore”; un evento che ci riapre la dimensione evangelica, come avvenne in carcere a San Francesco. L’umile è colui che si rende conto di “aver bisogno”, che dà spazio alla sua “sana inquietudine”, al suo bisogno di essere amato e quindi alla sua conversione. Dio si serve della nostra storia, anche nella sua parte negativa che, ricolmata del suo immenso amore, può dar vita ad un’opera meravigliosa. Quel passo del Vangelo letto in carcere da Francesco fu il dono, la grazia di Dio che cambiò la sua vita. Le nostre esperienze ecclesiali, da sole, non bastano ad entrare in relazione con Dio. L’umiltà, invece, ci mette in condizione di “chiedere” al Padre celeste ciò di cui abbiamo veramente bisogno.

Altra parola chiave è l’amore: già, come quello che Francesco seppe nutrire nei confronti di Cristo e che lo portò ad assomigliargli così tanto da diventare un alter Christus. È qui che il Vangelo diventa Regola, perché ti interessa tutto di Colui che ami, perché ogni pagina di quel “manuale” diventa un pezzo di Colui che ami! Il bacio del presbitero al Vangelo rappresenta proprio questa relazione reale, non virtuale, quotidiana. Potremo non comprendere sempre quello che il Vangelo vuole dirci, ma solo una sua assidua frequentazione potrà aprirci la “porta dell’amore” e quindi della “comprensione”. “Frequentare il Vangelo” porta gradualmente a cambiare mentalità, a cambiare modo di vedere, di sentire, di ragionare; in una parola: alla conversione! Senza dimenticare però che il male esiste: il rischio è quello di mantenere tutto “l’apparato religioso”, senza ragionare e sentire come il Vangelo. Il Vangelo ci chiede di vivere non secondo le modalità del mondo, ma secondo quella di Cristo, che ci ha amato così tanto da morire per noi! Non è quello che facciamo che ci rende credenti, ma la conversione che il Vangelo ha operato in noi. E questo lo possiamo misurare in base alla qualità delle nostre relazioni. A questo servono le nostre fraternità: a capire se abbiamo incontrato Dio! Il Vangelo cambia completamente il nostro modo di vivere: “Ciò che mi sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza d’animo”, proprio come accadde a Francesco nell’abbraccio al lebbroso. Il cambiamento non ci porta a fare le cose con fatica, con sacrificio, ma con dolcezza, con amore! Così è per il perdono: la conversione ci porta ad amare, come Cristo, le persone per quello che sono…

La Regola ci dice che Cristo, dono dell’Amore del Padre, è la via a Lui, è la verità nella quale lo Spirito Santo ci introduce, è la vita che Egli è venuto a dare in sovrabbondanza”. Via, perché il Vangelo ci dice come vivere, amare, scegliere, stare al mondo. Verità, perché il Vangelo ci aiuta a capire cosa ci fa bene e cosa ci fa male, a distinguere ciò che vero da ciò che è inganno. Vita, perché Gesù solo può darci l’energia per vivere pienamente ciò che abbiamo capito (via e verità) e, allo stesso tempo, contrastare la forza contraria che viene dal male (che ci blocca, se facciamo affidamento solo sulle nostre forze). Il Vangelo serve a ricordarci che non siamo soli: Francesco fu un “tutt’uno” con il Vangelo, un Vangelo vivente, da cui trasse la forza che lo portò alla santità. I Santi, con il loro esempio, sono lo strumento che può aiutarci a comprendere e vivere il Vangelo.

Solo una sua frequentazione quotidiana potrà guarire i nostri sensi di colpa, ci consentirà di non “andare a tentoni”, complicandoci le cose, e far sì che chi ci incontra possa “leggere il Vangelo nelle nostre vite”!

Vincenzo Bini

Ministro della Fraternità di Giovinazzo

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Relazione dell’incontro:

pdf icon Trascrizione relazione don Luigi Maria Epicoco

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Video:

Immagine anteprima YouTube

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Audio:

Registrazione Audio dell’incontro

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